HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

venerdì 6 maggio 2011

Anna Rita Colopi candidata lista SEL amministrative Nardò

55 anni. Laureata.
Giovanissima mi trasferisco a Torino dove lavoro per circa 2 anni , in nero,
in una ditta privata. Nel frattempo partecipo a vari concorsi.
Nel 1981, con mio marito, decidiamo di andare a vivere e lavorare in campagna affittando una cascina nelle Langhe piemontesi. Qui impariamo a lavorare la terra e ad allevare animali, vivendo l'agricoltura nel rispetto dell'ambiente.
In seguito ferroviera a Torino, vigile urbano a Nardò e infine funzionaria
INPS.

I miei ambiti di interesse li racconta la mia vita : ambiente, agricoltura, sociale.

Donna di sinistra, da sempre, dopo la scissione del PCI, aderisco a
Rifondazione ed ora con Vendola in SEL.

Quindi SEL non come scelta , ma come naturale evoluzione di un processo di costruzione ancora in atto.

Progetto ambizioso quello di Vendola, ma l'unico possibile per chi crede in una Sinistra che non si avvita su se stessa, ma si apre, si confronta, si evolve e cresce.

Partecipo a queste consultazioni amministrative perchè voglio contribuire a portare in Consiglio Comunale la Sinistra di cui mi sento parte, perchè non voglio arrendermi a chi dice che non cambierà niente, perchè sono convinta che una Nardò migliore c'è e voglio dargli la forza di vincere.

LECCE - TRA L'INDIFFERENZA E LA GUERRA

CIRCOLO ANARCHICO LECCE

Sabato 7 maggio dalle ore 17.30 alle ore 21 presidio e mostra contro la guerra e in solidarietà ai compagni arrestati di Bologna Corte dei Cicala, via V.Emanuele Lecce

GIOVEDÌ 12 MAGGIO, ORE 17 PIANO SEMINTERRATO - ATENEO PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO “DELTA OIL’S DIRTY BUSINESS”, SULL’OPPOSIZIONE ALLO SFRUTTAMENTO DELLE MULTINAZIONALI PETROLIFERE; A SEGUIRE DISCUSSIONE SU GUERRA E REPRESSIONE.
MOSTRA SUI RAPPORTI ITALIA-LIBIA: COLONIALISMO PASSATO E PRESENTE DIFFUSIONE DI STAMPA E MATERIALE INFORMATIVO

TRA L'INDIFFERENZA E LA GUERRA
Oggi come ieri, le potenzialità omicide del terrorismo sono poca cosa rispetto a quelle dei poteri statali; […] nessuna organizzazione definita “terroristica” può competere con i governi, quando si tratta di sequestrare, torturare, far sparire persone.
H.M. Enzensberger

È solo di qualche settimana fa la notizia dell’ennesima strage compiuta nel Mediterraneo, al largo delle coste di Malta.
Oltre 250 esseri umani sono morti, andati a picco assieme al barcone su cui erano stipati. Non si è verificato un incidente, ma si è compiuta una vera e propria strage, deliberatamente, scegliendo di non farli entrare nelle “proprie” acque nazionali e di non soccorrerli mentre morivano. E quando accade una cosa del genere bisogna risalire alle responsabilità, rintracciare mandanti ed esecutori. Non è difficile. Quella strage è il risultato finale di un vero e proprio atto terroristico perpetrato dagli Stati – non solo da quello maltese, su cui il governo italiano ha provato a far ricadere l’intera responsabilità.
Quella strage non è stata la prima e, purtroppo, non sarà l’ultima. Si calcola che dal 1988 siano stati oltre 16000 i morti attorno alle frontiere della Fortezza Europa. Genti in fuga da povertà, carestie, persecuzioni, guerre. Tutte condizioni create da governi ed economie – eccoli, mandanti ed esecutori delle stragi – in nome del profitto più alto ad ogni costo. Basta pensare alla guerra in Libia, una guerra a cui – ad un secolo esatto dal primo tentativo coloniale – partecipa anche l’Italia. Ma in realtà in questo secolo il colonialismo italiano in Libia non è mai terminato, e tra una guerra e l’altra si è imposto con la penetrazione economica di aziende italiane e con accordi bilaterali tra i governi italiano e libico. Imprese come Impregilo, Eni, Finmeccanica e Unicredit sono tra i principali sfruttatori delle popolazioni e delle risorse libiche, così come lo sono dei proletari italiani.
Alcuni hanno riconosciuto queste responsabilità – questo essere mandanti di stragi, questo essere terroristi – ed hanno deciso di non tacere. Hanno scelto di denunciare pubblicamente queste responsabilità e complicità nello sfruttamento e nelle stragi, di contrastarle e attaccarle, come unico mezzo di buon senso per non rendersi complici, come atto fattivo di solidarietà. Tra questi ci sono anche alcuni anarchici del circolo “Fuoriluogo” di Bologna, che proprio per essersi interposti tra l’indifferenza e la guerra, tra i mandanti e le stragi, sono stati oggetto di attenzione della Procura di Bologna, che ne ha arrestati cinque e sottoposto altri sette a minori restrizioni, oltre a sequestrare la loro sede, con l’accusa di associazione a delinquere.
Ma se opporsi alle guerre e ai governi che le compiono, se riconoscere le loro responsabilità terroristiche e quelle stragiste di colossi dello sfruttamento mondiale significa essere delinquenti, allora lo siamo anche noi. Se sono le leggi a perpetrare e riprodurre lo sfruttamento e la morte di milioni di disperati – al di qua e al di là del mare – allora è solo facendosi fuorilegge che ci si può sottrarre a questa responsabilità. Contrattaccare non può che essere un’ovvia conseguenza.

Anarchici
Via Massaglia, 62/b – Lecce peggio2008@yahoo.it

Le contraddizioni della politica e la voglia di sparare nel mucchio. Dalla protesta alla proposta. Di Vincenzo Renna

NARDO' - Sul "caro spazzatura" si è cercato da più parti ed in più modi di attribuire meriti e colpe strumentalmente e per un mero tornaconto di bottega. "Cosi fan tutti" e l'ultimo in ordine cronologico e certamente non per importanza è Pippi Mellone sul portale web Porta di Mare.

Il leader della lista piazza pulita, che non fosse altro per la denominazione stessa che caratterizza il suo movimento sembra più di altri titolato a discettare sulla materia ambientale non ha perso occasione per innestare una polemica con Sel e non solo...
Tuttavia, ad una lettura più attenta, la prefata nota si connota più che per la trattazione della questione ambientale e quindi della problematica che riguarda la città di Nardò, per l'invettiva ed il livore anche personale verso il leader di IO – SUD c.d. "compagno" Giuseppe Fracella, oltre che per la sinistra neretina e segnatamente per il partito di Sel.
Lungi da noi dall'assumere difese d'ufficio, verso chiunque, ma ci sembrano davvero stucchevoli le polemiche interne alla destra neretina rivenienti da processi e dinamiche evidentemente non chiuse e che lasciano strascichi nauseabondi e maleodoranti.
IO SUD, per quanto ci riguarda è un partito territoriale che ha accettato di condividere un programma un metodo di far politica ed una leadership di coalizione, quella di Marcello Risi, allo stesso modo di Sinistra Ecologia e Libertà; rimarcare esperienze e radici differenti rappresenta un esercizio sugestivo e ludico che siamo convinti poco interessa i cittadini di Nardò.
Da parte di molti e non solo dal Dott. Mellone, in questi giorni, si è cercato di sparare nel mucchio e soprattutto sul Presidente della Regione Puglia – Nichi Vendola – gioco anche questo molto di moda ultimamente e che rimane per l'appunto un gioco se non corroborato da supporti documentati.

Eppure, nel caso di specie, la possibilità di documentarsi per il leader di Piazza Pulita sarebbe stata agevole, attesa la presenza nella sua coalizione del Coordinatore di Noi x Nardò Mino Natalizio che partecipa all'ATO organo sovracomunale responsabile della raccolta trasporto e conferimento di rifiuti della nostra città.
Come SEL, i cittadini ci daranno atto, abbiamo ritenuto di non prendere parte alle polemiche di questi giorni e ai vari interventi che si sono susseguiti sui vari giornali web locali tra Natalizio e altri leader politici di tutte le coalizioni perchè la materia a nostro modo di vedere andrà affrontata con proposte concrete, tese a conseguire la riduzione della TIA e non a proseguire col metodo del tiro a segno finalizzato ad assegnare colpe e/o medaglie a chicchesia.
Pur ribadendo il desiderio di abdicare dalla difesa d'ufficio ci sia consentito di connotare in modo differente l'azione del nostro Leader Nazionale in materia ambientale.

In materia di rifiuti, Vendola dal 2005 dopo 13 anni di emergenza ha dato la priorità alla costruzione degli impianti, alla chiusura delle discariche e alla definizione giuridica e patrimoniale degli ATO, i quali, nonostante le resistenze dei comuni, avrebbero dovuto gestire autonomamente la raccolta differenziata.
Vendola, nelle politiche ambientali, ha preferito al pugno di ferro "una estenuante concertazione"abbandonando l'idea di andare a un conflitto con i comuni è il metodo partecipativo di SEL che corrobora le democrazie mature.
La Puglia "era nel 2005 al 5% di raccolta differenziata e senza impianti adeguati. Ora è arrivata al 16%, superando tutti i cicli opachi" legati anche alla bonifica dei siti inquinati. Una delle premesse indispensabili del primo mandato, per ogni tipo di politica dei rifiuti, è stata la fine della emergenza rifiuti, richiesta da Vendola nel 2007 e accordata dal Ministero dell'Ambiente:

Il Presidente della Regione Puglia "ha ritenuto fondamentale sgomberare il campo dall'istituto emergenziale del commissariamento, ritenendo la fabbrica delle emergenze un principio di deresponsabilizzazione diffusa, incompatibile con il governo di un ciclo complesso quale quello dei rifiuti".
Fondamentale, in secondo luogo, il modello di organizzazione del ciclo dei rifiuti. Per quanto riguarda l'incenerimento, fondamentale è stato il restyling dei tre impianti che da "tal quale" [il sacchetto della spazzatura di casa] sono passati, previo trattamento, a "cdr-q", ossia combustibile di qualità derivato da selezione meccanica, biostabilizzazione e produzione di combustibile. Inoltre, secondo quanto sostiene Vendola, si è teso al ridimensionamento volumetrico dei rifiuti conferiti negli inceneritori, in modo da dare loro il giusto peso "residuale". "Un impianto accettabile è quello di taglia piccola, tra i 10 e i 15 MW", mentre uno da 100 MW avrebbe determinato per i rifiuti della Puglia il passaggio "da problema ambientale a prospettiva di industria energetica fondata sui rifiuti".

In questo secondo mandato, l'amministrazione si sta concentrando alla realizzazione degli impianti di compostaggio attraverso i quali si potrà realizzare il passaggio dal 15 al 55% di raccolta differenziata. Previsti a corollario due provvedimenti decisivi. Il primo, un incentivo agli agricoltori per l'uso del compost prodotto. In secondo luogo, il trasferimento di risorse alle province di ingenti risorse per la raccolta differenziata. "La raccolta differenziata funziona se si sviluppa un'impresa del recupero e quindi si tratta non solo di fare educazione civica nei confronti dei cittadini, ma anche di stimolare le necessarie azioni che consentano la lievitazione di segmenti di buona economia del recupero. Questo è un problema di non facilissima soluzione!

Per quanto riguarda la situazione giuridica degli ATO, gli ambiti territoriali ottimali che sono responsabili a livello "sovra comunale" per la raccolta, il trasporto e il conferimento dei rifiuti, l'assessore Nicastro recentemente ha dichiarato che da alcune "anticipazioni romane" trapelate dal Governo, sarà previsto un termine di proroga per ciò che concerne la loro soppressione. Ma qualora non accadesse, lo stesso Nicastro ha assicurato un periodo di transizione verso un nuovo regime (ridimensionamento a sei ATO, quante sono le province), attraverso la nomina di commissari (uno per ciascun ATO) che dovranno definire "un quadro delle consistenze patrimoniali e finanziarie delle autorità soppresse" e, d'intesa con i sindaci, sovrintenderà alle procedure di definizione e approvazione del piano d'ambito.
Tra i fondi per la raccolta differenziata per il 2011, Nicastro ha fatto riferimento alla deliberazione di giunta regionale n. 2989 del 28 dicembre 2010, con la quale sono stati stanziati 23 milioni per i comuni non capoluogo e 15 milioni per i sei comuni capoluogo, con un impegno finanziario complessivo di 38 milioni di euro.

Per cui prima di sparare nel mucchio su una materia tanto spinosa sarebbe opportuno da parte di tutti documentarsi meglio allo scopo di esercitare il diritto di critica con argomenti fondati e di informare correttamente i cittadini.
Quanto alla manifestazione di protesta verso i rincari della TIA ci saremo anche noi di SEL, a condizione che tutti si lasci a casa le bandiere, perchè diversamente diventerebbe una parata e queste si, non appartengono al nostro vocabolario ed ai nostri costumi politici.
Mi sia consentito, in fine, rilanciare!
Dalla protesta sarebbe opportuno passare alla proposta, apriamo un tavolo di analisi e proposte alla città, aperto a tutti coloro che hanno qualcosa da dire sul tema, noi di SEL quando si tratta di costruire siamo sempre pronti... Vendola docet!
Vincenzo Renna – SEL - circolo nove aprile Nardò.